Mal di montagna

Mal di montagna

02/02/2022 Off Di Redazione FarmAtleta

A causare il mal di montagna è il mancato adattamento dell’organismo alle elevate altitudini: una sofferenza organica dovuta alla diminuzione di ossigeno nell’aria che il corpo avverte salendo di quota.

Ad una quota elevata la pressione atmosferica tende a scendere rispetto al normale e, con essa, si abbassa anche la concentrazione di ossigeno nell’aria; queste due condizioni portano l’organismo a sviluppare ipossia, ovvero diminuzione dell’ossigenazione del sangue.

A giocare un ruolo fondamentale nel mal di montagna non è solo l’altitudine, ma soprattutto la velocità di ascensione: una salita molto rapida infatti impedisce al corpo di adeguarsi gradualmente alle concentrazioni sempre minori di ossigeno nell’aria.

L’organismo necessita del giusto tempo per ambientarsi, ideale sarebbe di effettuare un’ascensione lenta e graduale.

Ma come si manifesta esattamente il mal di montagna?

Il mal di montagna si manifesta inizialmente con la cefalea poi fa seguito la fatica, vertigini, senso di stordimento, insonnia, irritabilità, perdita di appetito, nausea o vomito.

In taluni casi infatti è possibile assistere all’evoluzione della sintomatologia verso l’edema cerebrale d’alta quota, caratterizzato da incoordinazione nei movimenti volontari (atassia), progressiva perdita di coscienza.

I primi sintomi possono manifestarsi già a partire da una quota di 2000 – 2500 metri.

Le categorie più a rischio di mal di montagna sono:

Over 50,
Bambini molto piccoli,
Persone con patologie cardiache o polmonari di base.

A differenza di quanto spesso si è portati a pensare, un allenamento fisico non è protettivo per il mal di montagna, a meno che non sia un allenamento ad alta quota

Per alleviare e risolvere il mal di montagna la strategia terapeutica di elezione, indispensabile quando i sintomi sono severi, è rappresentata dalla discesa a quote minori, così da riportare la pressione parziale dell’ossigeno del soggetto a valori standard; durante questo processo il paziente, attraverso ampi e profondi respiri, inizia trovare sollievo, con i sintomi che progressivamente scompaiono.

E’ trattabile farmacologicamente con una terapia che prevede, con sintomi lievi o moderati, analgesici per la cefalea, antiemetici per il controllo del vomito e la somministrazione di acetazolamide, che rallenta l’assorbimento dei bicarbonati nei reni e stimolandone l’eliminazione attraverso le urine con un conseguente riequilibrio dell’anidrite carbonica nel sangue.